…Il segreto forse è racchiuso nella natura stessa della materia: di un idea arrivare a frantumarne l’intrinseca “continua unicità ” rendendola discreta.
Frammentarla in tanti splendidi istanti e, parimenti agli atomi e le cellule, incrementare la cardinalità delle sue impalpabili affinità, amandone di ognuna il sublime splendore che questa custodisce….

   I materiali ormai giocano un ruolo fondamentale in tutte le applicazioni tecnologiche, a qualunque livello.

La natura della materia prima scelta per una determinata applicazione, infatti, trascina con se le proprietà intrinseche del materiale utilizzato; la composizione e la struttura dell’essenza selezionata concorrono a conferire a quest’ultima sia le caratteristiche meccaniche, che le caratteristiche estetiche; senza poi tralasciare l’aspetto della durevolezza delle applicazioni finali che deriva direttamente da come un materiale “comunica” con il mondo che lo circonda. I materiali si comportano a tutti gli effetti come delle entità “vive” e il loro interagire deve essere valutato oculatamente per non avere brutte sorprese, le quali spesso sono causate dalla poca attenzione posta verso l’incompatibilità chimica o meccanica dovuta al gioco degli equilibri  sia a livello fisico che ingegneristico derivante dall’accoppiamento di elementi di natura diversa.

Per risolvere l’incompatibilità nota tra alcuni materiali, negli ultimi 15 anni si è affrontato il problema da una prospettiva non solo scientifica ma anche con l’aiuto dell’ingegneria.

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   Così è nata una pletora di nuovi prodotti, fra i quali, ognuno si ripropone di risolvere una specifica problematica; oggi non ci stupiamo più nel sentir parlare di vetri speciali, materiali ceramici, polimeri, compositi, schiume , materiali a memoria di forma e materiali green, oltre ai materiali futuristici come i nanotubi di carbonio o il grafene. Ancora meno ci si stupisce quando, a prescindere dalla presenza o meno di un’ordinamento cristallino microscopico , l’ordinamento a livello macroscopico della materia tende a dare caratteristiche ancora nuove; ed allora nascono strutture quali sandwich, honeycomb e strutture reticolari che ottimizzano le caratteristiche di un materiale solo dove desiderato donando quando necessario privilegi di anisotropia o meglio ancora di ortotropia.

In questo panorama complesso nasce proprio Ad Materiam, con lo scopo di proporsi quale guida nella scelta del materiale e restituire a questo quella dignità primaria che spesso viene posta in seconda luce dalle normative. Queste infatti impongono i principi base della progettazione ed i requisiti di accettabilità di un’applicazione, ma tendono a volte a rendere di secondaria importanza gli aspetti non prettamente meccanico-strutturali.

   La filosofia che muove Ad Materiam è proprio quella di partire in primis dal materiale , infatti quando si individua la scelta giusta si risolvono non solo i problemi di resistenza, di resilienza,  di durata ed estetici, ma si risolvono anche problemi più critici ed ormai noti quali la compatibilità chimico-fisica, la resistenza agli agenti atmosferici e forse il più importante per le generazioni future: l’impatto ambientale.

Chiaramente la scelta di un materiale si porta dietro, ab origine, le limitazioni e le linee guida progettuali presenti nelle normative (Eurocodici, NTC 2018, ISO, PRE, etc…) però agire consapevolmente nella scelta permette di attuare tutte quelle strategie ingegneristiche che assicurano l’ottimizzazione del risultato finale ed il migliore rapporto benefici/costi che limita ogni attività legata all’umano intelletto. Da questa consapevolezza nasce proprio il motto che muove il noumeno di Ad Materiam:

dall‘ Idea alla Soluzione passando Attraverso i Materiali.

Cosi in questa visione, a mo’ di perenne ed imperitura panacea, i materiali si trovano ad essere un po’ la cura a tutti i mali…dell’ingegneria.